Si è svolta ieri a Roma la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge n.2858 depositata dall’onorevole Mercedes Frias come prima firmataria, sull'inserimento delle minoranze rom e sinte nella Legge 482 del 1999: norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche.
Oltre all’onorevole Frias sono intervenuti l’onorevole Leoluca Orlando e l’onorevole Marco Boato, tra i firmatari della proposta.
In rappresentanza dei cittadini e le cittadine rom e sinti sono intervenuti la dottoressa Eva Rizzin e Nazzareno Guarnieri del Comitato "Rom e Sinti Insieme". Alla presentazione c’erano persone e associazioni che lavorano sui/con diritti di Rom e Sinti.
Mercedes Frias ha spiegato che questa proposta vuole essere un primo passo “modesto” per restituire dignità a chi vive da tantissimi anni in Italia senza quel riconoscimento che invece viene dato alle altre minoranze etnico-linguistiche presenti in Italia.
Con l’inserimento delle minoranze rom e sinte nell’articolo 1 della legge del 1999, anche queste minoranze avranno pari diritti e dignità. La loro lingua verrà tutelata e si potrà effettuare un effettivo monitoraggio di come i Rom e Sinti vengono presentati nei mezzi di comunicazione di massa.
Grazie a questa legge ci si adeguerà finalmente alla normativa europea che prevede questo riconoscimento e si potrà prevenire e contrastare in maniera più efficace la discriminazione e il razzismo
L’onorevole Frias ha ricordato come questo strumento di legge sia essenziale in questo momento politico nel quale si confonde volutamente la povertà con l’illegalità, in cui si assiste a una deriva securitaria che risponde non ad un reale aumento della criminalità bensì a pura propaganda elettorale dato che punire i poveri sembra creare consenso.
La geografa Eva Rizzin, sinta italiana, ha sottolineato l’importanza di questa proposta di legge che tra l’altro, per la prima volta ha dato la possibilità ai diretti interessati di dire la propria.
Riconoscere il diritto alla tutela delle lingue sinte e romanés , lingue di origine sanscrita che si sono mantenute vive attraverso i secoli solo oralmente equivale a riconoscere il diritto all’esistenza individuale e collettiva di queste minoranze. La perdita di queste lingue vorrebbe dire la perdita di un patrimonio irrecuperabile, del veicolo di una cultura millenaria. Una cultura che la società maggioritaria conosce a stento, dato che se ne sente parlare solo in modo negativo. E la conoscenza è il primo mezzo per cominciare a combattere la discriminazione.
Nazareno Guarnieri, rom abruzzese , ha fatto notare che fino ad ora le istituzioni si sono rapportate con le associazioni “pro-rom” ma non con i Rom e Sinti stessi in prima persona. Ma senza la partecipazione attiva dei soggetti interessati non ci può essere interazione effettiva. Ha anche segnalato che in Abruzzo, dove i Rom sono una componente della popolazione fin dal 1390, la discriminazione verso questi cittadini italiani li spinge addirittura a chiedere di cambiare il cognome per poter ottenere un lavoro. Senza lo strumento essenziale del riconoscimento dello status di minoranza quale percorso di integrazione potrà mai essere possibile?
Leoluca Orlando ha dichiarato che questa legge è essenziale anche perché stabilisce il principio della legalità come rispetto dei diritti umani , tra i quali il primo è il diritto alla propria identità.
Marco Boato ha riferito anche che nel 1999 non si inserirono le minoranze Rom e Sinte nella legge 482/1999 perché ci fu un ostruzionismo serrato da parte della Lega Nord contro la legge, un vero e proprio ricatto per non far includere anche i Rom e Sinti che portò quindi alla loro esclusione pur di farla approvare.
La proposta di legge presentata in data odierna è un vero e proprio atto di giustizia civile, di civiltà giuridica ma per far sì che venga approvata è imprescindibile un impegno sul territorio. Bisogna moltiplicare le iniziative per discutere a livello locale e creare anche l’occasione di far conoscere alla maggioranza la storia e la cultura delle minoranze Rom e Sinte.
Come ha concluso anche Gennaro Migliore , una legge non basta, in questo momento storico e politico in cui lo stigma e il pregiudizio è diffuso, è indispensabile lavorare per cambiare il livello di coscienza della maggioranza degli italiani. di Flora.
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