lunedì 8 settembre 2008

EUROPA...UN RADICALE CAMBIAMENTO DI METODO


La Commissione europea organizza per il 16 settembre prossimo,
il primo vertice dedicato ai rom e sinti,
con l’obiettivo di rispondere alla necessità urgente di una strategia globale e coerente per migliorare la situazione della più grande minoranza etnica d’Europa, per definire una politica europea coerente contro la discriminazione di origine etnica e di «determinare le misure che sono risultate efficaci».
Cosa può fare l’ Europa?
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La commissione europea afferma che “Molti dei temi cruciali all’integrazione dei rom e dei sinti dipendono dalla competenza degli Stati membri (educazione, occupazione, integrazione sociale, per esempio).
Su questi temi, l’Unione può solo avere funzione di coordinamento delle politiche degli Stati membri e sostenere la loro applicazione grazie anche ai Fondi strutturali”.
Tra il 2000 ed il 2006 ben 275 milioni di euro provenienti dai fondi strutturali europei (Fse) sono stati destinati agli Stati membri progetti specifici per Rom e Sinti,
ma le condizioni di vita delle nostre minoranze non sono migliorate.
Perché questi progetti non hanno prodotto i dovuti benefici?
E cosa può fare l’Europa affinché questo non si ripeta?
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Nella lotta contro il razzismo ed alla discriminazione i poteri conferiti all’Unione Europea le hanno permesso di legiferare “in materia di parità di trattamento senza alcuna distinzione di razza o origine etnica” (direttiva 2000/43/CE) e “di accertarsi dell’effettiva attuazione del diritto comunitario”,
ma questo non è stato sufficiente visto che la discriminazione e le violenze nei confronti di Rom e Sinti sono aumentate.
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Molte organizzazioni sono convinte che occorre togliere la responsabilità agli Stati membri:
“Poiché le violenze nei confronti dei rom e sinti aumentano, in modo particolare in Italia, mai come ora è giunto il momento di parlare con un'unica voce e di proporre una strategia e un impegno a lungo termine”,
afferma Nicolas Beger della sezione Ue di Amnesty International.
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Togliere la responsabilità agli Stati membri è questione politica complessa e difficile, ed il rischio che le politiche sbagliate del passato realizzate negli Stati membri possano ripetersi a livello Europeo è molto concreto,
se si continua ad ignorare che le cause del fallimento di molte politiche del passato sono da addebitare all’assenza di partecipazione attiva di Rom e Sinti a tutti i livelli.
Inoltre togliere la responsabilità agli Stati membri è un falso problema, mentre la questione vera su cui l’Europa deve intervenire con urgenza:
è la partecipazione attiva a tutti i livelli di Rom e Sinti.
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E’ quindi indispensabile che l’Europa adotti urgentemente un
“radicale cambiamento di metodo”
nel recepire e specificare il ruolo attivo, propositivo e decisionale degli stessi Rom e Sinti a tutti i livelli.

Il vertice europeo del 16 Settembre potrà rappresentare finalmente una svolta decisiva per la partecipazione attiva di Rom e Sinti?
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Nazzareno Guarnieri
Presidente:
Federazione Rom e Sinti insieme

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