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Il 16 Settembre 2008
i delegati della
Federazione
Demir Mustafà, Davide Casadio e Nazzareno Guarnieri
hanno incontrato a Roma il
Sottosegretario di stato del ministero dell’interno,
Michelino Davico,
per porre all’attenzione la questione Rom e Sinta.Le politiche per Rom e Sinti in Italia hanno posto in evidenza una persistente assenza di conoscenza delle nostre minoranze, percepibile nella definizione degli strumenti utilizzati per tradurre in azioni concrete le scelte politiche e nella totale assenza di partecipazione attiva di Rom/Sinti, conducendo al fallimento gran parte delle politiche.Le scelte politiche “differenziate”, “dall’assistenzialismo culturale” alla “segregazione culturale”, con la ignobile politica abitativa dei campi nomadi, sostenute con l’intento di promuovere e valorizzare la cultura Rom e Sinta e realizzate sulla base di una interpretazione culturale del mondo Rom e Sinto, hanno portato le persone di queste minoranze verso:
1. l’esclusione dal contesto sociale, culturale e politico del paese,
2. lo sviluppo di una ”mentalità assistenziale”,
3. l’utilizzo strumentale della partecipazione attiva,
4. una violenta discriminazione razziale,
Viene da chiedersi:
a chi non conviene la normalità per Rom e Sinti?
Un’analisi della realtà e dei bisogni delle nostre minoranze, esclusivamente interpretative per l’assenza di un ruolo attivo a Rom e Sinti,
l’assenza di dati certi sulla presenza di Rom e Sinti, non hanno permesso di programmare adeguate politiche di interazione culturale con Rom e Sinti, le quali sono erroneamente concepite lontane dalla società nel tempo e nel luogo, trattati dalla politica e dai media come rifiuti umani, da relegare nell’estrema periferia delle città, là dove la comunità urbana colloca idealmente e materialmente i rifiuti.
Sono i monumenti moderni della segregazione, che da diversi decenni la politica Italiana, senza distinzione di colore, ha realizzato senza cercare una diversa soluzione.
Eppure le minoranze Rom e Sinte sono un esempio di “interazione culturale” che non riesce ad assumere il carattere “interculturale”, per uno “scambio culturale” soffocato dal “compromesso sociale” per la sopravvivenza, e dalla presenza di “filtri” culturali.Come mai non ha fine l’opera di “filtri” culturali? Non si capisce come mai non si promuova la partecipazione attiva di Rom e Sinti.
E’ necessario un radicale cambiamento di metodo per uscire dalle politiche “differenziate” e programmare politiche “normali” di interazione culturale, di riconoscimento culturale,
di responsabilizzazione delle professionalità Rom e Sinte,
per coinvolgere attivamente le nostre minoranze nella programmazione e condivisione delle scelte politiche.
Radicale cambiamento di metodo che porti tutto il Paese ad una maggiore e migliore conoscenza della cultura rom e sinta, per eliminare ogni forma di discriminazione, per costruire un dialogo diretto.La costituzione della federazione Rom e Sinti Insieme,
che attualmente rappresenta ventidue associazioni rom e sinte presenti in dodici regioni italiane, rende visibile il radicalmente cambiamento di metodo in atto nelle nostre minoranze proponendo una l’idea di reagire in modo unitario e propositivo per costruire un dialogo diretto e strutturale con il Governo e con le Istituzioni, per affermare la cultura della legalità ed il contrasto agli abusi di potere, per promuovere una società aperta e multiculturale.
Cambiamento di metodo utile a tutti o cittadini presenti in Italia e che porti tutto il Paese ad una maggiore e migliore conoscenza della cultura rom e sinta, per eliminare ogni forma di discriminazione.
La federazione Rom e Sinti Insieme chiede al Governo Italiano il riconoscimento dello status di minoranza linguistica a Rom e Sinti e di avviare un radicale cambiamento di metodo nelle politiche per le minoranze rom e sinte avviando un dialogo diretto e strutturale con Rom e Sinti per costruire un adeguato programma di politiche di interazione culturale e per utilizzare con successo, chiarezza e trasparenza le risorse destinate a Rom e Sinti.
La federazione Rom e Sinti Insieme chiede al Ministro dell’Interno un dialogo diretto con Rom e Sinti e propone la costituzione di Uffici Regionali ed un ufficio nazionale per le minoranze rom e sinte con la presenza strutturale, attiva e propositiva delle organizzazioni rom e sinte e di esperti delle nostre minoranze.
Uffici Regionali per monitorare a livello locale la realtà ed i bisogni di Rom e Sinti e rilevare dati certi sulla presenza numerica,
un ufficio nazionale per sistematizzare i dati, ad oggi inesistenti.
I delegati della Federazione sottopongono all’attenzione del Ministro dell’Interno la grave questione dei “terreni agricoli” dove diverse famiglie rom e sinte hanno costruito una propria abitazione, e sollecitano il Ministero a ricercare soluzioni che evitino a queste famiglie di tornare in mezzo alla strada.
I delegati della Federazione hanno consegnato al Sottosegretario di stato, Michelino Davico, una copia del
L'incontro della federazione con il Sottosegretario di stato termina con la manifestazione di volontà reciproca a rivedersi ed approfondire le proposte.
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