“ Classi di inserimento” - Inserimento alunni stranieri nelle classi"
In relazione alla mozione approvata il 14 ottobre 2008 dalla Camera dei Deputati nell’ambito del Decreto di Legge n. 137 del 1° settembre 2008, la Federazione Rom e Sinti insieme esprime contrarietà a qualsiasi forma di separazione fra gli alunni della scuola pubblica italiana su base etnica, sia che questa separazione avvenga in “classi di inserimento”, sia che si espliciti sotto qualsiasi altra forma di discriminazione, anche se definita “positiva e transitoria”.
Tale mozione è in assoluta controtendenza con la cultura d’integrazione della scuola italiana, la quale ha nel tempo maturato metodi, strategie e supporti che la rendono unica nel panorama europeo e mondiale nel campo della formazione e della istruzione.
Tale mozione è in assoluta controtendenza con la cultura d’integrazione della scuola italiana, la quale ha nel tempo maturato metodi, strategie e supporti che la rendono unica nel panorama europeo e mondiale nel campo della formazione e della istruzione.
Nelle “classi di inserimento” l’aggregazione di alunni di diversa provenienza culturale e di diversa età anagrafica rischia di fatto di “segregare” gruppi di bambini ed adolescenti, tra l’altro per periodi di tempo indefiniti.
Come sarà possibile integrare in contesto di apprendimento alunni che, pur avendo imparato tecnicamente la lingua italiana, nulla hanno vissuto dell’aspetto relazionale-affettivo che è sempre implicito in un percorso di apprendimento/insegnamento?
Di fatto, l’acquisizione della lingua avviene nel contesto della relazione interpersonale e di gruppo che caratterizza una classe scolastica.
La ferma contrarietà della Federazione Rom e Sinti insieme si estende anche alla possibilità, anch’essa prevista dalla suddetta mozione, di non consentire in ogni caso ingressi nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ogni anno. Si tratta di una scelta che va contro la Convenzione dei diritti dell’infanzia e la Costituzione Italiana, che sanciscono il diritto soggettivo dei minori presenti sul territorio nazionale a frequentare la scuola pubblica.
La Federazione Rom e Sinti insieme esprime la propria contrarietà alla previsione di insegnamenti speciali per gli alunni stranieri.
La ferma contrarietà della Federazione Rom e Sinti insieme si estende anche alla possibilità, anch’essa prevista dalla suddetta mozione, di non consentire in ogni caso ingressi nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ogni anno. Si tratta di una scelta che va contro la Convenzione dei diritti dell’infanzia e la Costituzione Italiana, che sanciscono il diritto soggettivo dei minori presenti sul territorio nazionale a frequentare la scuola pubblica.
La Federazione Rom e Sinti insieme esprime la propria contrarietà alla previsione di insegnamenti speciali per gli alunni stranieri.
Nel ribadire la ferma disapprovazione sui contenuti della mozione la Federazione Rom e Sinti insieme propone alcuni elementi utili ad avviare o consolidare nella scuola una piena integrazione:
1.
considerare le sperimentazioni già in atto (sostenute tra l’altro da Amministrazioni Comunali, Provinciali e Regionali) nell’ambito delle quali il problema della lingua viene affrontato e risolto, senza privare gli alunni di un processo di apprendimento;
2.
2.
monitorare tali esperienze per diffonderle più estesamente, facendo attenzione a rispettare i diversi contesti ambientali;
3.
3.
usare le discipline scolastiche come strumento per un’educazione alla conoscenza che tenga conto dell’ampiezza e dell’estensione dei saperi, nonché delle interconnessioni che esistono in tutti i campi delle attività umane;
4.
attivare concretamente l’inserimento e il successo scolastico di tutti gli allievi creando allo stesso tempo spazi di coesistenza educativa, mettendo in grado tutto il personale della scuola, in particolare i docenti, di far ricorso a nuovi strumenti professionali e di apprendere, attraverso un’adeguata formazione, modalità metodologiche/comunicative che tengano conto di tutte le diversità presenti nelle classi;
5.
5.
attivare laboratori di sostegno linguistico anche fuori orario di scuola, ma ad essa organicamente agganciabili, in collaborazione con organismi e strutture dell’extrascuola specializzati;
6.
6.
mettere a disposizione delle scuole le risorse finanziarie necessarie per attuare tali percorsi.
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