Il prossimo 9 giugno, in occasione dell’esame periodico (universal periodical review) a Ginevra, il Governo italiano dovrà rispondere alle raccomandazioni poste al nostro Paese dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Lo scorso 9 febbraio 2010 il Consiglio Onu ha rivolto ben 92 raccomandazioni al Governo italiano, tra queste vi è la richiesta per il riconoscimento di status di minoranza linguistica per i Rom e Sinti.
Ieri la stampa ha dato notizia che il Viceministro agli Affari Esteri Vincenzo Scotti in sede di audizione presso la Commissione Straordinaria per i Diritti Umani del Senato, su sollecitazione del Presidente Pietro Marcenaro, ha affermato che il Governo Italiano è orientato a respingere la raccomandazione del Consiglio per i Diritti Umani che chiedeva il riconoscimento dello status di minoranza linguistica ai Sinti e ai Rom.
Il Governo Italiano sembra quindi deciso a respingere la raccomandazione del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU e non si impegnerà per portare in Parlamento una proposta di legge per il riconoscimento giuridico dei Sinti e dei Rom come minoranza linguistica.
L’orientamento del Governo italiano ci rammarica e ci preoccupa. Di fatto se sarà confermato l’orientamento espresso ieri in Commissione, l’Italia rimarrà uno dei pochi Paesi europei che nega la nostra esistenza di Sinti e di Rom, una delle minoranze più antiche presenti in Italia e la più numerosa d’Europa: 12 milioni di persone. Ma al di là del rammarico vogliamo esprimere la nostra indignazione perché troviamo grave questo atteggiamento che sembra negare la nostra storia in questo Paese e lasciarci soli di fronte a una pesante discriminazione che fa di noi una minoranza respinta ai margini della società cancellando le nostre culture, i nostri valori, i nostri diritti.
Vogliamo ricordare ai rappresentanti governativi lo sterminio su base razziale subito dai Rom e dai Sinti nell’ultimo conflitto mondiale, uno sterminio che ha visto il regime fascista protagonista prima con le aberranti teorie sulla razza poi con l’internamento di noi “zingari” nei campi di concentramento italiani tra i quali quello di Gries a Bolzano, anticamera di Auschwitz.
Vogliamo ricordare ai Rappresentanti governativi la partecipazione dei Rom e dei Sinti alla guerra di Liberazione, una scelta di grande valore per una minoranza che non ha mai, nella sua storia, impugnato le armi, che non ha mai avuto rivendicazioni territoriali ma che la nostra presenza è quasi millenaria in Europa .
Vogliamo ricordare ai Rappresentati governativi che siamo presenti sul territorio italiano dal 1400 e che per oltre la metà siamo Cittadini italiani, le altre comunità provengono prevalentemente dalle regioni balcaniche.
Vogliamo ricordare che respingendo questa raccomandazione il Governo italiano dichiara ancora una volta di non volerci riconoscere e quindi tutelare, negando in questo modo non solo la nostra ma anche una parte della Storia di questo Paese.
Per queste ragioni noi chiediamo al Governo italiano di spiegare se ci sono ragioni fondate per negare la nostra identità e i nostri diritti, una scelta che consideriamo incomprensibile e destinata a consegnarci ad un silenzioso genocidio.
Per queste ragioni respingiamo questo orientamento e chiediamo formalmente al Presidente della Commissione straordinaria per i diritti umani, Pietro Marcenaro, e al Viceministro agli Affari Esteri Vincenzo Scotti un incontro urgente nel quale spiegare le nostre ragioni e l’importanza di un riconoscimento che porrebbe termine a secoli di discriminazione e persecuzione.
Radames Gabrielli, Presidente
Dijana Pavlovic, Vice Presidente
Davide Casadio, Vice Presidente
Yuri Del Bar, Segretario
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