sabato 23 ottobre 2010

A MILANO ARRIVA IL FESTIVAL "DOSTA"

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Piacere di conoscervi!



Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano “zingari” o “nomadi”. Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono veramente.
Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri, accattoni… ma non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno commesso degli sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di mira da discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.
Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra. Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi dove siamo costretti a vivere, in ghetti che chiamano “campi nomadi”.
La campagna DOSTA può rappresentare la possibilità di superare quel muro del pregiudizio che circonda la nostra gente.
Venite a conoscerci. Vi aspettiamo a Milano:

Lunedì 8 novembre, ore 21.00, Centro culturale S. Fedele (via Hoepli 3/b)
LE DANZE DI BILLY E DIJANA, Spettacolo teatrale, regia di Daniele Lamuraglia, con Dijana Pavlovic e Diego Conte. Produzione di Teatro del Legame e Uprè Roma. INGRESSO GRATUITO (con sottoscrizione volontaria)

La Campagna “DOSTA!” (basta in lingua romanes) è coordinata e finanziata dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali ed Etniche) in collaborazione con il Consiglio d’Europa e con le principali federazioni rom e sinte per promuovere in Italia una maggiore conoscenza della cultura dei Rom e dei Sinti. Feste, concerti, dibattiti si svilupperanno nell’intera penisola per parlare di arte e cultura della più grande minoranza etnica d’Europa e per sconfiggere con la conoscenza gli stereotipi che hanno sempre accompagnato queste minoranze linguistiche.

Le danze di Billy e Dijana. Questa è la storia di un ragazzo Rom che da bambino ballava la musica popolare davanti al container del campo nomadi dove viveva, fino ad arrivare a danzare la raffinata musica classica sui palcoscenici di grandi teatri.
Il giorno della Prima a due ore dal suo debutto ne Lo Schiaccianoci di Tchaikovsky, la sorella Dijana giunge imprevedibilmente a trovarlo, e gli racconta dei suoi sogni di divenire attrice e cantante, in un incontro-scontro segnato dall'incrociarsi di odio e amore, dall'esplodere di rivendicazioni sottaciute, gridate, infrante, improvvisamente seguite da teneri afflati d'amore. In questo ritrovarsi e perdersi tra fratello e sorella emergono i temi della perenne diversità di essere Rom - zingari nello spirito e nella quotidianità -, dell'arcaica tensione del legame di sangue, della separatezza di aspettative e doveri fra uomo e donna nei codici della propria comunità, del possibile e conflittuale sogno di realizzarsi in una sempre nuova, e spesso più cinica, società. Ma appare anche quell'antica risorsa dell'Arte che fin dal suo sorgere in una regione dell'India, ha rappresentato per il popolo Rom una delle vie di salvezza e di comunicazione col mondo.


Radames Gabrielli

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