FAMIGLIA E POLITICHE SOCIALI | Articolo
9 novembre 2011
Rom manifestano a Montecitorio per i diritti della comunità
Sono "contenti" i rom e sinti italiani che questa mattina si sono dati appuntamento a Montecitorio per chiedere il riconoscimento dello status di minoranza e della persecuzione razziale subita durante il nazifascismo.
Siamo stati accolti molto bene- spiega, all'agenzia di stampa Dire, Radames Gabrielli, presidente della Federazione rom e sinti insieme e promotore dell'iniziativa- abbiamo consegnato alla Camera e al Senato il nostro documento. I deputati e senatori presenti hanno valutato importanti le nostre richieste. Del resto, noi siamo italiani e dovremmo avere il diritto al lavoro e alla casa".
Si', perche' oltre al riconoscimento di minoranza "che chiediamo da 600-700 anni" e quello delle persecuzioni "a cui anche noi e anche qui in Italia siamo stati sottoposti durante la seconda guerra mondiale", oggi sotto lo slogan 'crohl chetane', tutti uniti, i rom e sinti hanno chiesto al governo l'istituzione "urgente" di tavoli tecnici per affrontare subito le problematiche legate al lavoro, ma soprattutto alla casa. Un tema fondamentale, quest'ultimo, che vede le associazioni sostenere la "moratoria degli sgomberi senza alternative" e la "chiusura dei cosiddetti 'campi nomadi' che, anche attraverso soluzioni diversificate quali microaree, portino all'accesso alla casa o all'acquisto di terreni su cui poter edificare in autocostruzione".
Tanto piu' che se fossero riconosciuti come minoranza "non ci sarebbe piu' spazio per fantasie stereotipate su 'nomadi' e 'zingari', ne' per decreti di emergenza, 'campi nomadi', divieti di sosta...". Per questo, specifica Gabrielli, "chiediamo che siano riconosciuti i nostri diritti di minoranza". Gabrielli e le associazioni oggi hanno chiamato a raccolta 350 persone davanti a Montecitorio "rispettando l'accordo preso con la Questura che ringrazio per la gentilezza".
Al termine della manifestazione, la delegazione rom e sinti e' stata ricevuta dalla commissione Diritti umani del Senato. A esprimere "apprezzamento per la costruzione di una rappresentanza unitaria delle minoranze", anche il senatore Roberto Di Giovan Paolo, che ha sottolineato come siano "un interlocutore insostituibile per quanti, sia al livello politico che amministrativo, vogliono lavorare per mettere fine alle discriminazioni e al razzismo e promuovere politiche d'integrazione nel rispetto dell'identita' e della dignita' delle persone rom e sinti". (DIRE)
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