venerdì 11 ottobre 2013

LA CAMPAGNA DELL’ASSOCIAZIONE 21 LUGLIO CONTRO LE LEGGI REGIONALI PER O CONTRO ROM E SINTI ?

L’associazione 21 luglio commette lo stesso errore che pretende di correggere. Tutti i Rom e Sinti sono uguali: o sono tutti nomadi o sono tutti stanziali. La realtà è molto diversa e ben lo sanno Rom e Sinti stessi e le loro associazioni.
Le leggi regionali non si possono mettere tutte in un calderone e buttar via. Certo sono nate in tempi diversi dagli attuali, rispecchiano esigenze in parte diverse dalle attuali, ma una questione così importante e delicata meriterebbe almeno un dibattito e un approfondimento serio tra Rom e Sinti prima di fare qualsiasi proposta. Le diverse comunità di Rom e Sinti non hanno le medesime esigenze. Il mondo dello spettacolo viaggiante dei Sinti merita una attenzione particolare, così come i Sinti della MEZ che non trovano ospitalità dai Comuni, o i Camminanti che vengono al Nord e non trovano aree attrezzate, infine perfino l’idea stessa di famiglia, di comunità dei Rom e dei Sinti è profondamente diversa da quella della popolazione maggioritaria.
Tra l’altro una campagna come quella proposta da 21 luglio non tiene conto del problema fondamentale: le comunità rom e sinte di questo paese per affrontare e risolvere il problema dei campi nomadi, quelli costruiti alle periferie fisiche e spirituali delle città italiane, hanno bisogno di risolvere prima di tutto il problema dell’emarginazione sociale ed economica che le perseguita. Non è un caso che le stesse comunità, sia dei campi regolari, sia di quelli spontanei sviluppino forme di solidarietà e di mutuo sostegno che la dispersione delle famiglie renderebbe impossibile.
Infine e soprattutto le soluzioni, qualunque esse siano, devono essere costruite insieme a noi e non per noi. Come diceva Gandhi: chi fa qualcosa per me senza di me è contro di me. Un difetto di presunzione che caratterizza in fondo tutte le associazioni non rom che si occupano di Rom e Sinti: pensano di spiegarci come si deve vivere, ma non chiedono il nostro parere. Sintomatica e grave è stata l’iniziativa di 21 luglio sulla legge di riconoscimento della minoranza rom e sinti organizzata a Roma il 17 settembre con tanto di ministro Kyenge, di presidente di commissione per i diritti umani del Senato e altri illustri personaggi: aveva solo un difetto non c’era neppure un rom o un sinto che potesse dire la sua. Noi non ci sentiamo e non siamo inferiori, abbiamo la nostra cultura, le nostre tradizioni, abbiamo il nostro punto di vista sulla vita e sul mondo. È ora che tutti quelli che si occupano di noi ne tengano conto e soprattutto ci facciano i conti.
La Comunità europea nelle sue direttive e nei suoi programmi mette al primo posto la partecipazione di Rom e Sinti e la stessa Strategia nazionale, costruita con un confronto con le nostre federazioni, ha saputo tener conto delle diverse articolazioni che il nostro mondo rappresenta.
Quindi prima di lanciare campagne a senso unico, confrontatevi con noi e forse riusciremo a fare cose più utili per le nostre comunità.
Altrimenti con amarezza possiamo dire che lavorate contro di noi e che non è una grande novità.

La Federazione nazionale Rom e Sinti insieme
in rappresentanza di 27 associazioni costituite da Rom e Sinti


giovedì 10 ottobre 2013

CHI FA UNA COSA PER ME SENZA DI ME E' CONTRO DI ME

Chi fa una cosa per me senza di me è contro di me
di Radames Gabrielli

Mi è tornata in mente la frase di Mahatma Ghandi, mentre a Roma partecipavo al convegno “rom, sinti e camminanti in Italia: una proposta di legge per il riconoscimento, la tutela e la promozione sociale della minoranza”.

Martedì 17 settembre 2013 ho partecipato, nel pomeriggio, ad un convegno promosso dal Senato della Repubblica e dall'associazione 21 luglio nella sala Zuccari di palazzo Giustiniani a Roma.

Erano presenti il Ministro Cècile Kyenge, il sen. Luigi Manconi, il sen. Francesco Palermo, l’antropologo Ulderico Daniele, la giurista Aurora Sordini, il Prof. Paolo Bonetti e il presidente associazione 21 luglio, Carlo Stasolla. Tutte persone che stimo ma che pur lavorando per  migliorare la vita dei sinti e rom non hanno pensato di invitare rom e sinti ad intervenire a questo importante evento.

Non solo non sono stati invitati, dagli organizzatori, ad intervenire rom e sinti, ma non sono stati invitati nemmeno alla semplice partecipazione. Io stesso, sinto italiano, sono stato invitato dal Senatore Palermo perché ci siamo incontrati alcuni giorni prima. Se non lo avessi incontrato probabilmente non sarei venuto a conoscenza.

Il tema del convegno era molto importante per tutti i rom e sinti italiani, ma in effetti di sinti e rom in quella sala a Roma, c’erano solo non più di cinque persone, mentre la sala era piena di appartenenti alla cultura maggioritaria.

Io come Presidente dell’associazione Nevo Drom e come Segretario generale della Federazione  Rom e Sinti Insieme, deploro questo atteggiamento dove si parla e si decide del futuro dei sinti e rom, senza la piena partecipazione di noi diretti interessati. Non ci interpellano, non ci invitano a spiegare le nostre ragioni, ma continuano a parlare di noi in convegni, dibattiti, assemblee...

A quel punto dopo aver ascoltato per un paio d’ore le loro parole mi sono tornate in mente le parole del Mahatma Gandhi e credo che ogni sinto le debba pronunciare a tutte quelle organizzazioni che non offrono spazio e parola a noi diretti interessati, come è successo a Roma il 17 settembre scorso e come succede in tantissime altre occasioni.


Ricordatevi tutti: Chi fa una cosa per me senza di me è contro di me!